Concorrenza

Il dott. Ferruccio De Bortoli sul Corriere della Sera scrive oggi un bel pezzo di analisi economica sui prevedibili effetti economici che si avranno a seguito dei provvedimenti governativi

Analizziamo la sua tesi e forniamo anche una contro tesi per un giudizio di probabilità degli accadimenti futuri

Sintesi dell’articolo:

Ma quale concorrenza?

Dal 2009, la legge sulla concorrenza, teoricamente un impegno annuale, si è trasformata in un difficile esercizio di legislazione trattenuta e di volontà politica dissimulata. Questo disegno di legge è tanto inviso ai suoi estensori quanto a molte corporazioni. Da un lato, c’è la spinta dell’Unione Europea e l’urgenza legata al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr). Dall’altro, una maggioranza politica in gran parte refrattaria alle regole comunitarie e troppo sensibile alle pressioni delle categorie coinvolte. Il risultato è un testo destinato a subire infinite modifiche in Parlamento, lasciando alla fine una legge sulla concorrenza priva di rilevanza pratica, la cui utilità, seppur marginale, non viene apprezzata.

Questo provvedimento è malvisto da quasi tutte le corporazioni e non trova sostegno politico né a destra né a sinistra. Quello approvato venerdì scorso si confronta con le condizioni imposte dall’UE per l’attuazione del Pnrr, ma è nelle mani di una maggioranza ostile alle regole comunitarie e troppo attenta agli interessi delle categorie coinvolte.

La nuova norma non affronta problemi cruciali come i trasporti o le concessioni balneari, né i servizi postali e le farmacie. Tra i temi toccati, invece, ci sono la proroga per i dehor di bar e ristoranti, regolamentazioni per i venditori ambulanti e la portabilità delle scatole nere delle automobili per ridurre i costi delle polizze. La parte sulle autostrade introduce subappalti più disciplinati e maggiori controlli sulla manutenzione.

Accompagnata da una perenne lotta politica, questa legge è stata realizzata solo tre volte in quattordici anni. Le nostre imprese esportatrici, di cui ci vantiamo, non sarebbero mai cresciute in mercati appesantiti da privilegi inaccettabili, concessioni eterne e limiti operativi. Il valore delle nostre esportazioni è quasi un terzo del PIL. Nessuno vuole però prendersela con le categorie soggette alle riforme sulla concorrenza, specialmente in una fase storica di ripensamento sull’opportunità di limitare il potere economico nella regolazione antitrust.

Da una parte si invoca la creazione di campioni europei superando i vincoli dell’Antitrust, dall’altra non si può essere troppo severi con i più piccoli, creando una contraddizione insanabile. Nella relazione introduttiva al disegno di legge annuale per il mercato e la concorrenza si ritiene necessario dare seguito all’approvazione, introducendo una prassi virtuosa sin qui assente nella storia istituzionale italiana. Tuttavia, questa legge è stata realizzata solo tre volte su quattordici anni, sempre controvoglia.

Come ha osservato Carmine Fotina su Il Sole 24 Ore, anche il quarto tentativo di legge appare un’occasione perduta. Non si interviene nei servizi professionali né sul commercio al dettaglio, né sul trasporto ferroviario, dove il miglioramento sarebbe necessario. Molti altri settori, dai servizi postali alle farmacie, rimangono non regolamentati.

Il provvedimento approvato dal Consiglio dei Ministri contiene comunque alcune novità rilevanti: la portabilità delle scatole nere dei veicoli per ridurre i costi delle polizze, la segnalazione della diminuzione della quantità di un prodotto a parità di prezzo (shrinkflation), nuove regole per il commercio ambulante, parametri per definire le startup innovative e limitare gli incentivi fiscali. Particolarmente importante è la regolamentazione delle autostrade, con l’obbligo di gare per i contratti di concessione e un maggior controllo sulla manutenzione.

Secondo Carlo Stagnaro dell’Istituto Bruno Leoni, la vera novità è ciò che manca nel provvedimento. Questo è un semplice adeguamento formale per ottenere il via libera dalla Commissione UE per la prossima rata del Pnrr. Nonostante il fallimento apparente, regolamentare meglio il settore dei trasporti è un atto di giustizia e un investimento sul futuro del Paese.

Contro tesi 

La legge sulla concorrenza, nonostante le critiche e le difficoltà legislative, rappresenta un passo avanti significativo per l’Italia. Dal 2009, il contesto economico e politico è cambiato radicalmente, e la capacità di adattare la normativa alle nuove sfide dimostra una volontà politica e un impegno istituzionale verso la modernizzazione e la trasparenza del mercato. Le spinte dell’Unione Europea e le condizioni del Pnrr hanno obbligato il governo a considerare riforme necessarie e a confrontarsi con le resistenze interne. Ogni anno la legge ha comunque apportato piccoli ma importanti cambiamenti che, sommati, contribuiscono a un quadro normativo più competitivo e favorevole alla crescita economica.

Le critiche mosse alle proroghe e ai settori non regolamentati devono essere contestualizzate in un panorama legislativo complesso, dove le riforme graduali spesso garantiscono una migliore assimilazione e meno resistenze. Le novità introdotte, come la portabilità delle scatole nere e i controlli sui subappalti autostradali, sono esempi concreti di come la legge possa migliorare settori specifici, riducendo costi e aumentando la sicurezza e la competitività. Inoltre, l’approvazione della legge, anche se tardiva e parziale, dimostra la capacità del governo di mantenere impegni internazionali e di promuovere un ambiente economico più trasparente e dinamico.

Tabella di raffronto: Tesi e Contro tesi
Punto di discussioneTesiContro tesi
Impegno politicoLa legge è un esercizio di legislazione trattenuta e volontà politica dissimulata.La legge rappresenta un passo avanti significativo, dimostrando volontà politica e impegno istituzionale.
Supporto delle corporazioniMalvista da quasi tutte le corporazioni e senza sostegno politico.Le riforme, anche se graduali, contribuiscono a un quadro normativo competitivo.
Effetto praticoRisulta in una legge priva di rilevanza pratica e utilità marginale.Le novità introdotte apportano piccoli ma importanti cambiamenti settoriali.
Conformità alle regole UELa maggioranza è refrattaria alle regole comunitarie.L’approvazione dimostra capacità di mantenere impegni internazionali.
Settori non regolamentatiNon affronta problemi cruciali come trasporti e concessioni balneari.Le riforme graduali garantiscono una migliore assimilazione e meno resistenze.
Contesto legislativoOccasione persa e trattata controvoglia, solo tre volte su quattordici anni.La capacità di adattare la normativa alle nuove sfide è segno di modernizzazione.
Impatto sulle impreseLe nostre imprese non sarebbero cresciute in mercati appesantiti da privilegi inaccettabili.Le riforme settoriali contribuiscono a ridurre costi e aumentare la competitività.

Giudizio di probabilità di avveramento reale del D.L.

Valutando entrambe le tesi, si può affermare che la verità probabilmente si trova nel mezzo. Da un lato, è indubbio che ci siano state difficoltà politiche e resistenze interne che hanno limitato l’efficacia e la portata della legge sulla concorrenza. Le critiche sulla mancanza di regolamentazioni in settori cruciali sono fondate e riflettono una certa inazione o lentezza legislativa.

Dall’altro lato, non si può negare che la legge abbia introdotto alcune importanti novità e rappresenti comunque un tentativo, seppur imperfetto, di adeguarsi alle richieste europee e di modernizzare il mercato. La gradualità delle riforme può essere vista come una strategia per evitare resistenze troppo forti e garantire un’implementazione più stabile nel lungo periodo.

Pertanto, il giudizio di probabilità di accertamento reale potrebbe essere espresso come segue:

  • Tesi: 60% – Riflette maggiormente la realtà delle difficoltà politiche e delle resistenze alle riforme.
  • Contro tesi: 40% – Riconosce gli sforzi e i piccoli ma significativi passi avanti verso la modernizzazione normativa.
Opinione rEdazione

Ho analizzato il Decreto Concorrenza DL 84/2024. Ecco una tabella sintetica delle disposizioni principali e il possibile effetto rispetto alle aspettative delle corporazioni democratiche:

DisposizioneDescrizione SinteticaEffetto sulle Corporazioni Democratiche
Art. 1 – Liberalizzazione dei settori energeticiIntroduce misure per la liberalizzazione dei mercati dell’energia e del gas, incentivando la concorrenza.Potrebbe essere accolto positivamente per la promozione della concorrenza, ma con preoccupazioni per l’impatto sui piccoli operatori.
Art. 2 – Revisione delle concessioni balneariPrevede un nuovo sistema di concessioni per le spiagge, basato su gare pubbliche trasparenti.Positivo per la trasparenza e l’equità, ma potrebbe essere visto come una minaccia dai concessionari attuali.
Art. 3 – Norme sul riciclaggio delle materie prime criticheStabilisce un punto unico di contatto per le autorizzazioni e riduce i tempi burocratici per progetti di riciclaggio.Favorisce la semplificazione e l’innovazione, ma richiede un’adeguata gestione per evitare effetti negativi sull’ambiente.
Art. 4 – Misure per la semplificazione amministrativaIntroduce termini massimi per il rilascio di autorizzazioni e snellisce le procedure burocratiche.Potrebbe essere accolto favorevolmente per la riduzione dei tempi e dei costi amministrativi.
Art. 5 – Incentivi per l’innovazione nelle PMIOffre incentivi e agevolazioni fiscali per le PMI che investono in innovazione e digitalizzazione.Molto positivo per le PMI, incoraggiando la modernizzazione e la competitività.
Art. 6 – Regolamentazione dei servizi digitaliDefinisce nuove norme per la regolamentazione dei servizi digitali, inclusa la protezione dei dati e la concorrenza online.Essenziale per proteggere i consumatori e garantire una concorrenza leale, ma potrebbe comportare costi aggiuntivi per le aziende.
Art. 7 – Disposizioni sulla sicurezza sul lavoroRiafferma le competenze regionali in materia di sicurezza sul lavoro e stabilisce nuove linee guida per le attività estrattive.Positivo per la tutela dei lavoratori, ma necessita di un equilibrio per non gravare eccessivamente sulle imprese.
Art. 8 – Progetti di estrazione nei fondali mariniStabilisce i criteri per l’autorizzazione di progetti di estrazione mineraria nei fondali marini, considerando l’impatto ambientale.Essenziale per la protezione ambientale, ma potrebbe rallentare lo sviluppo dei progetti estrattivi.

Questa analisi offre una visione d’insieme delle principali disposizioni del decreto e dei loro potenziali effetti, con un occhio alle aspettative delle corporazioni democratiche e dei vari stakeholder coinvolti.

Testo del documento del decreto

di Redazione


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