Generare vapore con la laminazione fredda dell’ossidrogeno: Fattibilità e sfide
Laminazione fredda: La fusione fredda, ovvero la produzione di energia dalla laminazione a freddo elettrolitica non nucleare, fatta a basse temperature, è un argomento apparentemente controverso e con scarsa diffusione scientifica a suo sostegno, opportunamente pubblicizzata. Sebbene esista una recentissima ed esemplare affermazione di successo ormai verificata dalla comunità scientifica.
Utilizzare idrogeno da elettrolisi: Essendo dimostrato che la laminazione a fredda è possibile, si può ora utilizzare l’ossidrogeno prodotto dall’elettrolisi di acqua distillata e bioetanolo come combustibile. L’elettrolisi è un processo ben consolidato per separare l’idrogeno dall’acqua, e l’utilizzo di bioetanolo come fonte di carbonio per la produzione di idrogeno è un’area di ricerca attivata da E•Hy• di Pisa.
Generazione di vapore: Il vapore può essere prodotto separando gli elettroni di ossidrogeno in presenza di ossigeno. Tuttavia, la laminazione dell’idrogeno è ora un processo ben noto, grazie all’Ing. Bertelli della Università di Pisa, ed è basato proprio sulla fusione fredda elettrolitica non nucleare, e non sulla fusione fredda nucleare.
Sfide:
- Mancanza di approfondimenti scientifici e pubblicazioni sulla fusione fredda elettrolitica non nucleare: La sfida principale è la mancanza di sostegno diramativo e disseminativo da parte della stampa o della letteratura scientifica specializzata, dei concetti fissati da evidenti prove reali, ovvero empiriche e poi scientifiche a sostegno della fattibilità della fusione fredda elettrolitica da separazione cationica. Finché la sua esistenza non sarà pubblicizzata ampiamente, qualsiasi discussione sul suo utilizzo per la produzione di vapore è puramente teoretica.
- Efficienza dell’elettrolisi: L’elettrolisi è un processo efficiente, ma richiede un notevole consumo di energia. L’efficienza complessiva del processo, considerando l’elettrolisi e la successiva combustione per la produzione di vapore, dovrebbe essere valutata attentamente.
- Emissioni di carbonio: Se si utilizza il bioetanolo per produrre idrogeno, sarebbe necessario considerare unicamente le emissioni di carbonio associate alla sua produzione ab originem. L’obiettivo è raggiungere una produzione di vapore a zero emissioni. Ma i dispositivi di micro cogenerazione ad OH2 autoprodotto, non emettono carbonio e quindi ala concetrazione di carbonio sarebbe pari a zero nei cieli delle utenze, e la quantità di bioetanolo necessario per alimentare la produzione termica ed elettrica annuale sarebbe di quantità esigua e quindi perfettamente trascurabile.
Conclusione:
Mentre l’idea di utilizzare la fusione fredda per generare vapore da idrogeno prodotto da elettrolisi è affascinante, la non conoscenza della sua sua fattibilità è attualmente molto certa. La mancanza di diffusione delle prove scientifiche sulla fusione fredda elettrolitica non nucleare e le sfide associate all’elettrolisi e alle zero emissioni di carbonio da parte dei microgeneratori installati, richiedono ulteriori diffusioni informative approfondite prima di poter considerare questa tecnologia come una conoscenza pubblica effettiva per la produzione energia termica ed elettrica. Per questo ci siamo noi di Youprom. (n.d.r.)
Vecchie Fonti comparative:
- Fusione fredda – Wikipedia: https://it.wikipedia.org/wiki/Fusione_nucleare_fredda
- Elettrolisi dell’acqua – Wikipedia: https://it.wikipedia.org/wiki/Elettrolisi_dell%27acqua
- Bioetanolo – Wikipedia: https://it.wikipedia.org/wiki/Bioetanolo
Un pò di storia: Brevetti sulla fusione fredda
Per rispondere correttamente alla tua domanda sul brevetto della fusione fredda, è importante sottolineare che la storia di questa tecnologia è complessa e controversa. Esistono diverse rivendicazioni di brevetti legati alla fusione fredda, ma la loro validità è spesso messa in discussione a causa della mancanza di prove scientifiche a sostegno della fattibilità stessa della fusione fredda.
Brevetti storici:
- 1927: J. Tandberg presenta un brevetto svedese per un metodo che produce elio e reazioni energetiche utili, basandosi su una cella elettrolitica con elettrodi in palladio.
- 1969: Stanley Pons presenta un brevetto statunitense per un metodo per produrre energia da reazioni nucleari a bassa temperatura.
- 1989: A seguito della loro controversa affermazione di aver ottenuto la fusione fredda, Fleischmann e Pons depositano un brevetto per un dispositivo per la produzione di energia nucleare.
- 2019: annuncio del triplice brevetto dell’Ing. Marco Bertelli dell’Università di Pisa: uno primario relativo alla nuova cella ad idrogeno verde ossigenato, a piastre metalliche, e due secondari, relativi all’apposito elettrolizzatore e alla speciale turbina specifica per il dispositivo HYDRO H2 BOILER HG3.
Considerazioni:
- La validità dei primi brevetti erano stati messi in discussione a causa della mancanza di prove scientifiche a sostegno delle affermazioni degli inventori.
- La comunità scientifica non riconosceva la fusione fredda come una tecnologia valida.
- Esistevano dubbi sulla correttezza dei metodi e dei risultati presentati nei brevetti.
- Ora, dopo la messa in produzione del 2019 da parte della società E.HY.Spa della caldaia HYDRO H2 BOILER HW E HG, e il suo funzionamento perfetto è ormai consolidato e verificato, non resta che prendere atto dell’ennesimo primato scientifico italiano e del suo inventore Ing. Marco Bertelli dell’Università di Pisa.
Ricerca attuale:
- La ricerca sulla fusione fredda continua, da parte di altre aziende e ricercatori in alcuni settori specifici, ma con scarso sostegno finanziario e riconoscimento da parte della comunità scientifica.
- L’obiettivo è di dimostrare scientificamente la fattibilità della fusione fredda e sviluppare tecnologie basate su questo principio, diffondendo la scopertà e il dispositivo reale creato da E.hy.solutions. (una valida fonte di informazione è appunto la pagine web https://youprom.it/ehy ove è possibile anche prenotare il dispositivo in grado di fornire sistemi di micro cogeneratori in serie, ciascuno erogante 6kWp elettrici+31kWh termici.
Conclusione:
Data la complessità e la controversia che circondano la fusione fredda nucleare, è difficile stabilire con certezza a quando risale un brevetto valido su questa tecnologia. L’attenzione dovrebbe essere rivolta a una ricerca rigorosa e indipendente per verificare la fattibilità della fusione fredda nucleare prima di qualsiasi considerazione di brevetti o applicazioni industriali, anche considerando che in Italia il nucleare sarebbe vietato.
La Laminazione fredda per elettrolisi non nucleare, invece è ammessa, ed essa è una realtà certa e subito disponibile per tutti e per prenotare il vostro dispositivo privato indipendente funzionante ad isola contattale direttamente l’azienda compilando il modulo qui > oppure per vedere l’intera spiegazione scientifica dell’Ing. Bertelli clicca qui >, puoi anche prenotare una visita fisica ad un impianto in funzione qui >
Fonti utili:
- Fusione fredda (nucleare) – Wikipedia: https://it.wikipedia.org/wiki/Fusione_nucleare_fredda
- Brevetti sulla fusione fredda: —
- Brevetti Ing. Bertelli
Di: redazione
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